Per il terzo anno, ad ottobre migliaia di scuole e centinaia di migliaia di ragazzi di 43 Paesi andranno a scuola a piedi. L’iniziativa ecologica vuole ridurre il trasporto automobilistico individuale da casa a scuola che, negli orari di inizio e fine attività scolastiche, rappresenta quasi un quarto del traffico.
Fino agli anni ’60 tutti gli studenti andavano a scuola a piedi, da soli o in compagnia, essere accompagnati dai genitori era una sorta di “marchio di infamia” che ti qualificava come “piccolo” e ti esponeva al dileggio dei compagni. Oggi, succede il contrario: arrivare a scuola con la macchina dei genitori è la normalità, come, purtroppo è normale essere in sovrappeso o obeso, per oltre un terzo degli studenti italiani.

L’indagine OKkio alla Salute ha rilevato nel 2010 una confortante diminuzione dell’obesità infantile (dal 12,0 all’11,2%) e un sostanziale mantenimento (intorno al 23%) della percentuale di bambini italiani in sovrappeso. Sembrano in leggero miglioramento anche gli indicatori dell’attività fisica dei nostri bambini: diminuiscono sensibilmente – dal 26 al 18% – gli alunni che non fanno nessuna attività fisica e quelli che fanno non più di un’ora di spor a settimana (dal 25 al 22%); cala l’uso della Tv in camera (dal 48 al 46%) e cala moltissimo la percentuale di chi passa più di due ore al giorno con tv e videogiochi (dal 47 al 38%); diminuiscono di poco, purtroppo, anche i bambini che vanno a scuola a piedi o in bicicletta (dal 27 al 26%).

A Londra, Berlino, Lione, ma anche negli Stati Uniti, i piedi-bus stanno diventando un’immagine familiare: un gruppetto di scolari che camminano compatti, con un adulto autista davanti e un adulto controllore dietro. In Italia, per il momento, i primi piedibus sono stati attivati in Emilia, a Ravenna. Speriamo che diventi una moda, una sana abitudine e un gioco per stare insieme e fare movimento. (10-2010)