Disfunzioni sessuali, di che cosa si tratta? Il Manuale Statistico e Diagnostico degli psichiatri americani (American Psychiatric Association) le classificava in ben 9 categorie (DSM-IV, 1994) . Uscendo dal gergo specialistico, possiamo definire le disfunzioni sessuali come disturbi che possono verificarsi in uno o più momenti del rapporto sessuale. Semplificando al massimo, possiamo suddividere l’atto sessuale in 4 momenti; inizialmente, c’è la fase del desiderio, caratterizzata dalle fantasie e dal desiderio di fare sesso; successivamente, la fase dell’eccitazione, con la sensazione soggettiva del piacere sessuale e i cambiamenti fisiologici maschili (erezione) e femminili (in particolare, lubrificazione e dilatazione della vagina); la terza fase è la fase dell’orgasmo, contrassegnata dal picco del piacere sessuale, l’eiaculazione e le contrazioni vaginali; infine, la fase di risoluzione con la sensazione di rilassamento muscolare e benessere generale e, solo per i maschi, con la fase della refrattarietà sessuale (la fisiologia femminile, invece, permette una risposta quasi immediata ad eventuali nuove stimolazioni). Un ridotto desiderio nei confronti dell’attività sessuale può essere generalizzato oppure limitato al singolo partner o ad un’attività sessuale specifica. L’alcol, alcuni farmaci e diverse malattie mentali possono produrre una forte riduzione o la scomparsa del desiderio sessuale. A differenza di chi ha scarso desiderio, nel disturbo da avversione sessuale si prova una repulsione generalizzata nei confronti di tutti gli stimoli sessuali, inclusi i baci.
I disturbi dell’eccitazionead esempio, la mancanza di lubrificazione vaginale –  ed i disturbi maschili dell’erezione (impotenza), sono condizioni abbastanza frequenti. L’impotenza maschile è una condizione che interessa quasi il 10% della popolazione tra i 18 ed i 60 anni. Spesso i problemi iniziano proprio nell’adolescenza, con alcuni comportamenti e abitudini di cui non si valutano appieno le conseguenze. Innanzitutto il fumo. Da più di venti anni si sa che il fumo riduce la velocità di scorrimento del sangue nei corpi cavernosi e quindi può compromettere l’erezione. Anche l’alcol e molti psicofarmaci (antipsicotici e antidepressivi SSRI, in particolare) possono creare problemi nel meccanismo erettivo. Tra le malattie croniche che possono predisporre all’impotenza ricordiamo diabete e insufficienza renale. Leiaculazione precoce è il problema più comune della fase dell’orgasmo (ma, esiste anche il disturbo opposto: l’eiaculazione ritardata). Consiste nell’incapacità, molto spesso legata a problemi di natura psicologica, di trattenere l’emissione di sperma oltre pochi secondi. Il priapismo è, invece, la persistenza prolungata dell’erezione dopo un rapporto sessuale o, comunque, in assenza di desiderio sessuale. Se il fenomeno persiste a lungo, va considerato un’urgenza urologica e bisogna intervenire, poiché in caso contrario si rischia di compromettere la funzione erettile. Oltre alla prolungata attività sessuale e a diversi farmaci, possono causare questo disturbo patologie circolatorie, neurologiche, neoplastiche, traumatiche o infettive.
Dispareunia e vaginismo sono stati inseriti nei disturbi da dolore sessuale. La dispareunia  (letteralmente “infelice connubio”) riguarda sia i maschi che le femmine e consiste in un rapporto sessuale doloroso; i motivi possono essere diversi; nell’uomo: fimosi o parafimosi, uretriti, prostatiti, curvature congenite del pene, condilomi; nella donna: vaginiti, cistiti, endometriosi, traumi da parto; in entrambi i sessi: le malattie sessualmente trasmesse. Nel vaginismo si prova dolore e paura ai tentativi di penetrazione; le contrazioni involontarie della vagina, a volte, impediscono non solo la penetrazione, ma persino gli esami vaginali. Non occorre essere esperti in psicologia per capire che, accanto ad alcune situazioni organiche, in questo tipo di disturbi entrano soprattutto in gioco esperienze traumatiche del passato. (nella foto, Sebastiano Ricci, Venere e un satiro, 1718-20) (2007)